Voglio catturare quell’emozione che sprigionano le tue verdi iridi, la voglio tenere, con me, per sempre.
Ehi, cosa dici, non è un’assurdità…avanti, stà fermo che non riesco a mettere a fuoco!
-Ma se mi vedi tutti i giorni, che bisogno hai di…insomma, che bisogno hai di fotografarmi un occhio!
Dai, mi sembra di essere dall’oculista, sei imbarazzante!
– Shhh…guarda che bello che è con questa luce!
– Tu sei matta! Hai bisogno di un bravo psichiatra!
-Ma non lo capisci ancora?
-Cosa?
-Non la capisci ancora la mia “paura”?
-Spiegati meglio…
-La fotografia è il mio rifugio, la mia salvezza. Per anni ho creduto che la memoria potesse immagazzinare la nostra vita, tutta intera, giorno per giorno, intendo, momento per momento, attimo per attimo.
– E quindi?
– E quindi mi sbagliavo, la mente cancella.
– La mente è crudele. Sì, la mente è crudele. Distrugge poco a poco anche le cose più belle se tutti i giorni non si presentano: via via si affievoliscono, i dettagli: diventano sempre meno chiari, sempre meno evidenti. Come se mi levassi gli occhiali, hai presente?
– E’ una follia, sei matta, smettila di dire cazzate…
– Aspetta, lasciami spiegare. Lo so, può sembrare una lotta contro il tempo e in parte lo è, ma è più una lotta contro la mia mente. La fotografia mi fa vincere sempre. Ho tutti i ricordi con me, so che non se ne andranno mai. So che non mi scorderò mai dei tuoi occhi se tutti i giorni potrò guardarli.
– Ma sono qua, ora, lo capisci?
– “Ora”. È questa la mia paura. Che il tuo “ora” non sia domani, e nemmeno dopodomani. Per questo prendo la mia macchina fotografica e ti scatto delle foto. Perché semmai un giorno dovessi perderti, non mi permetterei mai di perdere anche il tuo ricordo e quell’emozione che solo le tue verdi iridi sono capaci di sprigionare. E, in effetti, rimase, forse ancora per lungo tempo; ma un giorno, seppur vicini, io non riuscii più a vedere nulla oltre ai suoi occhi. Di nascosto guardavo lo scatto di quel giorno per vedere anche l’emozione.